DonnaE Bistrot Roma, slow-food dalla Basilicata
DonnaE Bistrot Roma porta la Basilicata nel cuore di Roma, con slow-food dalla Basilicata: all’interno dell’Elizabeth Unique Hotel, DonnaE Bistrot e il suo Chef Riccardo Pepe sono pronti a rendere internazionale la cucina lucana. Una proposta gastronomica nuova, fatta di eccellenze slow-food e piatti della tradizione.
Il DonnaE Bistrot è il progetto gastronomico, all’interno dell’Elizabeth Unique Hotel – Boutique Hotel 5 Stelle nel cuore di Roma, pensato e voluto dalla Famiglia Curatella, già proprietaria di altri Hotel in Italia e originari di Bella, in provincia di Potenza. L’Executive Chef Riccardo Pepe, con origini anch’esse lucane, vuol puntare ad inserire riferimenti della tradizione in un contesto internazionale, attraverso una cucina che accompagna sin dalle prime luci del giorno fino a dopo cena.
Si parte dalla Colazione – dolce e salata – con prestigiose new entry “luxury”: Patanegra, pane lucano e insalatina alle olive; caviale; tartufo; alici del cantabrico con manteca al burro in crosta di scamorza così come la più immediata focaccia con mortadella, toast salmone e avocado, insalate, cornetti, crepes, pancake e la carta dedicata ai tanti e imperdibili piatti a base di uova.
A seguire, ogni weekend, il Brunch con un’esplosione di piatti tipici del territorio – Cacio e pepe al peperone crusco; Zuppa di ceci neri (presidio bio slowfood) e gamberi; Maritozzi dolci e salati (panna o crema di pecorino di Moliterno); Salumi lucani (salsiccia di suino nero, pancetta e capocollo); ma anche Pancake, confetture e waffle; Muesli home made e una selezionata proposta di piatti vegani.
Il pranzo è la sintesi perfetta della ricerca gastronomica accostata alla tradizione, così è per Polpo rosticciato su crema di fagioli neri bio (presidio slowfood) in abbinamento ad una cialda di caciocavallo podolico; Salsiccia di Pezzente grigliata, servita su crostone ai cereali e peperone crusco. Un incrocio, quello messo a punto da Chef Riccardo Pepe, che vede coinvolta l’Italia tutta nella sua massima espressione culinaria in un gioco di abbinamenti che non tradisce le origini ma, semmai, le rispetta conferendo ai clienti un nuovo e personale punto di vista, per apprezzare prodotti gastronomici di nicchia.
Una sfida in cucina che arriva fino a cena con il Tataki di Fassona che incontra crema di pere e rafano; Zuppa di legumi “Carpiata materana”; Rana pescatrice panata al peperone crusco, panna acida e olive; Crema pugliese di fave, cicoria e crostone al peperone crusco; Risotto al picotener (il nebbiolo dimenticato) e pecorino di Moliterno; Baccalà a bassa temperatura aromatizzato alle erbette, servito con pesto lucano – A base di
pomodori secchi, lampascioni, noci, mandorle e pecorino di Moliterno è un ingrediente preziosissimo nella cucina dello Chef Pepe.
Dolci sentori finali poi con Crêpes suzette; Semifreddo al caramello, cioccolato e zenzero; Dolce Elizabeth con crumble al cioccolato su mousse di ricotta aromatizzata alla ratafìa di pere; e infine, la “Mela di Eva” con un cuore ripieno di strudel (miele, pinoli, uvetta e crema di vaniglia) sotto cialda di pasta sfoglia.
Una cucina dunque di pregio e ancorata ai capisaldi territoriali che trova una pronta risposta dai clienti per il tramite di Dario Chieffallo, responsabile di sala e firma di una carta dei vini rappresentativa di notevoli cantine.
L’attento servizio di sala mira poi a coinvolgere i commensali con una certa dose di fascino “old style” così come avviene con il servizio alla lampada (servizio nato a Montecarlo a fine ‘800 e che prevede che la cottura di un piatto venga ultimata davanti al cliente). Rendere partecipe l’ospite, incuriosirlo e sorprenderlo è l’obiettivo quotidiano della squadra.
Fonte: Comunicato Stampa