Re Santi e Leoni a Nola, ristorante con resident chef Luigi Salomone
Ha aperto a fine giugno Re Santi e Leoni, un ristorante dal design contemporaneo che non dimentica il fascino del passato, con la cucina del resident chef Luigi Salomone, che si propone come nuova meta gastronomica campana.
In un palazzo borghese di fine ‘800 alle spalle della piazza centrale della cittadina di Nola , nel cuore della vita del piccolo centro con una storia antica tutta da raccontare, fatta di personaggi illustri e tradizioni popolari ancora vive, la proposta gastronomica dello chef trasmette il rispetto per la materia prima e la tradizione, elementi per lui fondamentali.
Per Luigi Salomone la cucina, da sempre sinonimo di qualità, è un po’ come il saper parlare: comunicare e poter trasmettere le proprie emozioni agli ospiti attraverso le sue creazioni. Per lui la tradizione, la sua conoscenza e la contaminazione che ne consegue grazie alle esperienze e ai viaggi, è alla base di ogni ricetta, e la sua volontà è quella di riuscire a mantenere sempre quel ricordo che cattura oltre al palato, anche il cuore.
La proposta gastronomica, valida sia per il pranzo che per la cena, è composta da tre menu degustazione che variano sulla base del numero di portate e si chiamano rispettivamente Re, Santi e Leoni: il primo Re, da 65 euro è composto da 4 portate, il secondo Santi, da 85 euro, comprende invece 6 portate, l’ultimo Leoni, da 110 euro, può essere definito “a mano libera”; per la scelta dei piatti ci si affida completamente allo chef, che tiene conto anche di allergie, intolleranze, pietanze non gradite dall’ospite o già assaggiate in precedenza.
Il menu più corto racconta la tradizione, quello più lungo, per chi vuole osare di più, offre una varietà maggiore di pietanze e si spinge verso una tematica più creativa senza però tralasciare la memoria dei sapori. Oltre ai tre menu degustazione c’è anche la possibilità della carta, che presenta cinque antipasti più due scelte di crudo, una selezione di tartare e carpacci di pesce e un gran crudo, sei primi, cinque secondi e cinque dolci. Tutte le portate sono legate ad un ricordo, un’esperienza, un viaggio, un sapore che lo chef conserva nella memoria sin quando era bambino e che oggi grazie alle tecniche e alle conoscenze acquisite, ha saputo riproporre nei suoi piatti.
Fonte: Comunicato Stampa