Palazzo Ducale di Urbino, inaugurato nuovo museo
Alla Galleria Nazionale delle Marche è stato musealizzato anche il 2° piano di Palazzo Ducale di Urbino, con la completa riconversione culturale dello storico edificio di Federico da Montefeltro. Quasi 100 opere in più, comprese quelle della “Collezione Volponi”, che trovano spazio in otto nuove sale, visibili anche ambienti non visibili al pubblico, il torricino sud, la loggia e la terrazza del Gallo.
A completamento di una vasta operazione di ampliamento e razionalizzazione degli spazi museali della Galleria Nazionale delle Marche che ha sede a Palazzo Ducale di Urbino, che ha visto l’apertura delle prime sei nuove sale all’inizio di aprile e l’inaugurazione della mostra “Federico da Montefeltro e Francesco di Giorgio: Urbino crocevia delle arti”, è stata inaugurata l’ala occidentale del secondo piano, con 8 sale dedicate alla pittura dal Cinquecento al Settecento, al paesaggio, al ritratto, al pontificato Albani e alla Collezione Volponi. Con questa apertura si concluderà la musealizzazione del piano superiore dello storico edificio urbinate, permettendo al museo marchigiano di ospitare quasi 100 opere in più rispetto a prima.
La struttura del secondo piano
I locali di questa parte del Palazzo sono il risultato di un’addizione architettonica già iniziata dai Montefeltro nell’ala orientale e meridionale dell’edificio e portata poi a compimento dai Della Rovere. Per volontà di Guidubaldo II (1514-1574) alla metà del XVI secolo fu completato e decorato tutto il piano, con la sopraelevazione delle terrazze merlate del ‘400, ad opera di Bartolomeo Genga e Filippo Terzi.
Negli anni Sessanta in particolare fu poi recuperato e ammodernato il cosiddetto “appartamento roveresco”, in corrispondenza delle sottostanti Sale della Jole.
Non sempre conservata come in origine, la decorazione di questi ambienti, opera dello scultore Federico Brandani (1525-1575), si mostra molto simile a quella dell’Appartamento degli Ospiti del piano nobile. Le porte delle stanze sono sormontate da grandi decorazioni in stucco caratterizzate da imponenti emblemi rovereschi. Nella seconda sala sopra il grande camino, posto di fronte all’ingresso per colpire la vista del visitatore, si trova il simbolo araldico delle Tre mete, molto diffuso nella decorazione plastica di tutto il piano.
Da segnalare due particolarità: in una delle pareti di fondo della Galleria è dipinta una delle più antiche vedute della città di Urbino, mentre nella muratura di una delle sale adiacenti si notano le grandi canne fumarie cilindriche, una volta svettanti sul tetto, inglobate nel paramento murario durante le fasi di ristrutturazione promosse da Guidubaldo II.
La Collezione
Aumentando gli spazi a disposizione, innanzitutto si ha modo di dare più aria alle opere esposte al primo piano: sostanzialmente, qui resta tutta l’esposizione delle opere dal Trecento alla metà del Cinquecento, che culmina con i capolavori di età federiciana che si trovano inseriti in prossimità degli spazi caratteristici dell’epoca: lo Studiolo, il Salone del Trono, la Sala degli Angeli.
Il secondo piano ospiterà invece, le opere dalla metà del Cinquecento al Settecento. Qui percorso prende avvio dalle sale dedicate al Barocci e ai suoi seguaci. Nelle sale del secondo piano troveranno spazio anche le opere di altri artisti attivi in terra marchigiana, come Orazio Gentileschi, o di origine marchigiana, come Francesco Guerrieri e Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato.
La collezione è costituita prevalentemente da opere del Seicento romano con capolavori di Guido Reni, Giovanni Lanfranco, Guercino, Mattia Preti, oltre ai vari Ribera, Orazio Gentileschi, Battistello Caracciolo e Salvatore Rosa.
La sezione sul Settecento sarà incentrata sul pontificato di Clemente XI, al secolo Giovanni Francesco Albani, nativo di Urbino e che, per tale motivo, rappresentò per la città marchigiana un momento particolarmente fiorente dal punto di vista culturale e artistico.
L’allestimento del secondo piano prevede anche due sezioni tematiche: una dedicata al paesaggio e una al ritratto. Per le peculiarità proprie del paesaggio del Montefeltro, la prima assume una connotazione particolarmente significativa.
Poi c’è la Galleria del Pasquino e la sala attigua, che permettono di ammirare una ricca rassegna di ceramiche di cui il Montefeltro fu una terra di eccellente produzione. La sezione dedicata alle ceramiche ha il suo punto di forza nella Galleria del Pasquino che si affaccia sull’omonimo giardino: dalle finestre – esposte a sud – il sole invade lo spazio valorizzando la ricchezza cromatica delle ceramiche esposte.
Il percorso del secondo piano del Palazzo Ducale di Urbino si conclude con la sala dedicata al pontificato Albani: qui, un affaccio, permette di vedere l’estradosso della volta della sottostante Sala del Trono, costruita in muratura con catene lignee. Il grandioso ambiente difatti, si sviluppa notevolmente in altezza occupando, quasi per intero, due interi piani dell’edificio arrivando allo stesso livello delle sale del secondo piano.
Fonte: Comunicato Stampa